Russiglion: la luce del Tet


Vernet-Les-Bains

Valle del Tet



Il fiume Tet nasce dal versante orientale del Pic Carlit (la cima più alta dei pirenei orienali) e modella la valle che raggiunge il Mediterraneo nei pressi di Perpignan.


La valle scavata dal fiume prende il nome di Valle del Tet ed i paesi che sorgono lungo il corso del fiume sono classificati nella lista “Villes et Pays d'Art et d'Histoire stilata dal Ministero della Cultura francese. Paesi, cioè, di valore storico-artistico e sottoposti a tutela.









Eus
In effetti, il paesaggio offerto dalla valle è molto piacevole. Pendii poco scoscesi e coperti di vegetazione fanno da sfondo ad una moltitudine di piccoli paesi, ognuno con delle caratteristiche peculiari.










C’è l’arroccata Eus, la roccaforte Villefranche de Conflent, la tranquilla Prades (centro maggiore della zona). Una disordinata costellazione di paesi che adornano questa ventosa valle.
Nei pressi delle sorgenti del Tet, all’altra estremità rispetto a dove sono partito, si arriva al piccolo stato di Andorra, in cima ai Pirenei.

Senza arrivare tanto lontano, faccio tappa a Vernet-Les-Bains che è il centro di riferimento della zona e un fornitissimo ufficio del turismo dà informazioni su tutte le attività che è possibile fare. Trekking e mountain bike la fanno da padroni.

Villefranche de Conflent


Ci troviamo all’ombra di montagne che sfiorano i 3.000 metri e l’ambiente è tipico di alta montagna.
Poco oltre questo paese si arriva a Casteil, punto di partenza per arrivare ad uno dei più bei monasteri della zona: l’Abbzia di Saint Martin du Canigou.
Ammetto di non aver iniziato la scalata all’abbazia (60/90’ a piedi) e chi era con me può testimoniare che il mio rammarico era grande e fastidioso.


Saint Martin du Canigou



L’abbazia è descritta come “bellissima!” o come “vale la pena andare a piedi”… Sarà per un'altra volta.
(Saint Martin du Canigou - link)









Un’altra abbazia che vale la pena di visitare è quella di Saint Michel de Cuxa, poco fuori Prades. 

Saint Miguel de Cuxa


Di certo il complesso manca dell’impatto scenico dell’alta montagna e del sentiero (faticoso) che conduce alla sua scoperta, tuttavia anche questa abbazia ha un facino particolare.
La visita inizia attraverso le cripte ed i locali sotterranei per risalire al complesso principale con il chiostro e la cupa chiesa.






Terminato il "flash back" nel medioevo, mi butto a capofitto su epoche più recenti. Lo stimolo è dato dal Museo di arte moderna di Ceret e la vicinanza, oltre il confine spagnolo, di Figueres. Proprio in questa città c'è il maggiore monumento al modernismo. La fondazione Dalì.

La luce di Ceret e il modernismo.

La porzione del Roussiglion che da Perpignan arriva al confine con la Spagna è famosa perché fu scelta da molti pittori d’inizio secolo per la particolare luce che la circonda.
Il  vento costante che scende dai Pirenei e porta lontano, l'umidità del mare e un sole perennemente caldo, fanno sì che l'atmosfera sia pulita e la luce migliore. 




Fatto sta che dai primi anni del 1900 si stabilirono a Ceret i migliori pittori dell’epoca nell' intento di riprodurre i colori che particolari condizioni offrivano.

Testimonianza ne è l’inusuale museo (per il valore delle opere) che espone quadri di Picasso, Braque, Gris...
Proprio questi artisti ne fecero dono alla città come ringraziamento dell’ospitalità ricevuta.






Visto che il confine dista solo 10 chilometri ne ho approfittato per raggiungere Figueres e Cadaques. Città cardine della vita e delle opere di Salvador Dalì.







Fondazione Dalì - Figueres


La fondazione di Figueres è un vero e proprio laboratorio artistico dove sono esposte esclusivamente opere dell’illustre artista.



Dai quadri per i quali ha raggiunto una fama planetaria, alle sculture e ai gioielli che fanno da preludio al mausoleo dove l’artista è sepolto.
Tutto il museo è un immenso teatro a lui dedicato.






La folla che "ingombra" l'edificio è enorme, ma non c'è bisogno di fare lunghe file. Le sale che si affacciano sul cortile interno sono organizzate per tema, se, con Dalì, di tema si può parlare.
La sala più spettacolare è l'ampio teatro che, date le dimensioni e la "cornice", lascia disorientati. Un immenso quadro in puro stile Dalì fa da sfondo e un' immensa cupola di cristallo rende l'ambiente surreale, fantastico, bellissimo.




Anche la bellissima cittadina di Figueres sembra vivere in un’atmosfera onirica che l’artista sembra aver lasciato in eredità… oltre al resto.


La strada per Cadaques mi spinge verso il mare e mi fa vagare nei ricordi. Ricordo tutto di questo paese anche se manco da almeno 12 anni.
La chiesa, come una civetta, sorveglia il piccolo porto. La città bianca arroccata sulla collina, ma nascosta da un teatro di colline che compongono il parco nazionale di Cap de Creus.

Anche qui un museo del tutto particolare celebra il grande Dalì, si tratta della casa di villeggiatura nascosta nel piccolo porticciolo di Port Lligat.
Ho visitato questa casa l’ultima volta che sono stato qui e, benchè povera di opere originali, conservava tutta la magia impressa negli arredi e negli scorci creati o valorizzati da Dalì e dalla sua compagna.


La strada di rientro a Perpignan è lunghissima e faticosissima, corre lungo il frastagliato periplo di Cap de Creus passando per El Port de la Selva e Portbou in Spagna e prosegue per Cerbére e Banyuls sur Mer in Francia. Due ore di statale con poco traffico (fortunatamente) ma con mille curve da affrontare a marce e luce ridotta. Un paesaggio, però, incantevole.




L'ultima tappa sulla "rotta del Modernismo" è Colliure. Questo piccolo paese sorge sulla costa francese a ridosso del confine con la Spagna.
Nota località di villeggiatura fin dai primi del secolo era frequentata dagli artisti che trovavano inspirazione "in zona".
La peculiarità era la già citata "luce" che, unita ai colori pastello delle case, dovrebbe fornire una bella fonte d'inspirazione. "Dovrebbe", perché questo 1°gennaio trascorso a Colliure si è rivelato una giornata grigia e uggiosa.




Perpignan


Un' ultima citazione la merita anche Perpignan. Questa città è il capoluogo della regione del Roussillon e dell'antico regno della Catalogna del nord. Ho utilizzato Perpignan come punto di partenza per la visita della zona.
La città in sè non è sgradevole. Un bel centro storico molto tranquillo e non troppo trafficato e diversi locali curati a dovere rendono il soggiorno piacevole.
La sensazione è che la città sia svuotata, la popolazione che anima Perpignan, in gran parte studenti, sono a casa per le vacanze natalizie. Quindi lontano da qui. 

Di rilievo mi viene da citare l'interno della cattedrale di San Joan Baptista, cupo e silenzioso, ma pieno di opere il cui stile richiama molto la Catalogna. Un barocco che spunta violento dalla penombra.

Carina anche la zona che si sviluppa lungo il fiume Tet, con diversi locali e ordinate bancarelle natalizie.

Dato che non c'è molta gente, l'atmosfera natalizia è un pò soffocata, basti pensare che a Capodanno non c'è in giro uno straccio di festa né fuochi d'artificio in nessuna piazza. Il posto più vicino dove si festeggia il Capodanno è Colliure, quasi 40 km. Si prospetta un ultimo dell'anno di riposo. Ma, in fondo, non sono qui per questo...





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