mercoledì 1 aprile 2015

I 15 migliori ristoranti di Parigi



martedì 18 marzo 2014

Carcassonne e la Terra dei Catari

Dal blog "Vado, vedo, scatto, scrivo" la terra dei Catari…

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Barbara-Oggero-Carcassonne-Francia-foto
Nelle regione francese della Languedoc-Roussillon, tra clima torrido e vette ricoperte di fitta vegetazione, alla scoperta di castelli e abbazie Catare
Il colpo d’occhio è eccezionale, quando si arriva da sud e una piazzola di sosta ad hoc permette di parcheggiare e restare a bocca aperta un tempo ragionevole davanti alla cittadella fortificata di Carcassonne. Posizionato su un’altura, al centro di una vallata circondata da le Montagne Noir, la cittadella nel sud della Francia ha mura, torri, cupole, merletti e sembra uscita da uno di quei sogni infantili popolati da fate e principesse.
Quando si arriva poi al cospetto, il sogno un po’ svanisce per colpa della ressa di turisti che riempie le vie e le piazze, affolla i ristoranti dov’è servita la tipica Cassoulet, si arrampica sulle mura per trovare la giusta angolazione e portare a casa una foto ricordo.
Neppure la musica degli artisti di strada o l’atmosfera gotica dei suoi edifici e della chiesa attenuano il senso di soffocamento. Ma ciò è il risultato della capacità tutta francese di fare marketing turistico, che trova in Carcassonne uno dei suoi baluardi: spettacoli in costume, con tanto di cavalli, narrano in spettacoli diurni e serali la storia riadattata di questo borgo risalente al VII secolo, lasciato al degrado nel XVII secolo e recuperato infine nel XIX secolo in modo un po’ hollywoodiano.
Al calar della sera il via vai si attenua e la notte è fin piacevole andare alla scoperta di angoli caratteristici che rimandano all’epoca dell’eresia cattolica e immaginiamo le scene di vita legate a Cavalieri e sovrani che resistettero al potere di Roma. Con la loro storia nella testa viaggiamo in moto tra strade polverose immerse in vigneti a perdita d’occhio e – oddio, pensiamo – questo è un angolo di vero Paradiso.
Il sole d’agosto su quelle vie è infernale: anche in corsa non troviamo conforto e vorremmo che qualcuno chiudesse lo sportello di un forno sempre acceso. Nei paesi che incontriamo, sostiamo per visitare rovine di castelli e abbazie, camminando e scalando, contemplando e rifiatando. Godiamo di tanta meraviglia e non ne siamo mai appagati. Da Albi a Lastour, da Alet les Bains a Narbonne ogni luogo ha fascino e lasciarlo è quasi straziante. C’è il verde scuro della natura montuosa che contrasta con la pietra chiara degli edifici; c’è un’oziosa tranquillità dei pomeriggi stracolmi di canicola; c’è un senso di quiete così palpabile che è impossibile non sentirlo.
Per praticità di chi vuole esplorare questa zona, ho raccolto l’insieme di castelli e abbazie nella guida La Terra dei Catariun’App realizzata da me, in collaborazione di Map2App. Strutturata in sezioni tematiche (tra cui Luoghi, Curiosità e Piatti Tipici), l’applicazione è utilizzabile su dispositivi Apple e Android, è consultabile anche off-line, oltre ad essere disponibile sia in italiano che in inglese."

domenica 16 febbraio 2014

Albi, la stella del Tarn




L'ultima tappa del mio viaggio è Tolosa, la città più importante della Francia sud-occidentale.
Prima, però, c'è una cittadina che mi piacerebbe vedere. Un po' perché diede i natali a Henry de Toulouse-Lautrect e del quale ospita il museo più importante, poi perché proprio la cittadina è descritta come una bellissima città medievale. Sto parlando di Albi.




Questa città, neanche troppo piccola, si trova 70 chilometri a nord-est di Tolosa, separata dal capoluogo da diverse serie di colline dolcemente ondulate, dove l'agricoltura domina il paesaggio.
Albi sorge sulle scoscese rive del fiume Tarn, che scende dal massiccio della Cevennes, molto più ad est.
Il centro storico del paese, ampia area pedonale, è caratterizzato da bei palazzi in mattoni rossi e finestre e persiane dai tenui colori pastello. Il dedalo di vicoli intricati e l'assenza di traffico trasportano il centro di Albi in un'atmosfera d' altri tempi.
Quello che domina il panorama è, però, la cattedrale di Santa Cecilia, un edificio imponente e sgraziato. 
A guardarla da fuori sembra un grande parallelepipedo di mattoni (vanta il primato come la più grande costruzione in mattoni del mondo) da cui si innalza un campanile turrito e "pesante".



Ma proprio la cattedrale è il gioiello di Albi. L'ingresso soprelevato a cui si accede alla cattedrale è un portale di pietra bianca finemente scolpita. In netto contrasto con i mattoni rossi della muratura.












Le decorazioni interne, gli affreschi e gli stucchi dorati, tolgono il fiato. motivi geometrici e scene bibliche si alternano fino a riempire tutte le volte di colori e il tempo trascorso a contemplare ogni affresco, ogni opera è molto di più di quanto preventivato.


















Tutta la navata, l'altare, l'abside, la volta e le vetrate sono un turbine di colori. Colori violenti, ma di sicuro effetto.
Esco con un sospiro di sollievo, la tranquillità della cittadina, il ritmo lento di persone a passeggio e la serata fresca, mi ridestano dalla sensazione di aver visto troppo e tutto insieme.

La mattina seguente c'è l'appuntamento con il "famoso" museo di Albi.


Il museo espone centinaia di opere di un unico artista, Toulouse-Lautrect, appunto.













Opere moderne e sculture medievali sono le sezioni "extra". Non amo particolarmente la pittura, ma gli scenari mondani che l'artista di Albi descrive, rendono l'idea di un mondo scomparso, il mondo dei cabaret e della condizione delle donne a quel tempo, colte nei loro momenti più intimi e quindi, più veri, un mondo visto da "dietro le quinte". La visita del museo si rileva oltremodo interessante.


mercoledì 15 gennaio 2014

Tolosa


Finito il giro turistico si riparte alla volta di Tolosa. Proprio a Tolosa ho prenotato un alloggio particolare, sono le "peniche", imbarcazioni fluviali definitivamente ormeggiate e sulle quali sono stati ricavati dei bed & breakfast.

Tolosa è una città strana, bellissima e fortemente attaccata ad un centro storico affascinante, ma circondata da uno dei poli di tecnologia più avanzati del mondo. A pochi chilometri dal centro, proprio in prossimità dell'aeroporto (non poteva essere diversamente) sorge infatti la Airbus, leader mondiale nella costruzione di aeromobili.


Restando "sulla terra", continuo il giro della città. I quartieri antichi sorgono tutti intorno al fiume che l'attraversa, la Garonna. Saint Etienne, Saint George e Saint Cyprien.

Musei, chiese e basiliche sono le visite da mettere in programma: Saint Sernin mostra un campanile a punta che sorge alla congiunzione delle navate.

L'interno della basilica è austero, buio e freddo (é pur sempre dicembre), ma dallo splendido coro in legno, per tutta l'abside e l'altare risplendono un complesso intreccio di decorazioni dorate, affreschi e mosaici.
Statue di Santi nel dolore del martirio, immagini e scene bibliche, marmi e cappelle costituiscono uno scenario impressionante per le anime che lì vengono costudite.

Un tale sfoggio di ricchezza e opulenza fa da contrasto ad un'austera cripta piena di sarcofagi di reliquie di santi.  Non stento ad immaginare quanti di questi santi si troverebbero a disagio sapendosi circondati da così tanti tesori...
E' l'edificio romanico più grande e meglio conservato di tutta la Francia, nonchè Patrimonio Mondiale dell'Umanità. Proprio Saint Sernin è una tappa del percorso francese del Cammino di Santiago.







All'esterno della chiesa trova posto un mercatino dell'antiquariato con merce che, spesso, esce fuori dalle cantine. La polvere che la scolora ne è testimone. Sulle bancarelle si trova di tutto, da vecchi dischi in vinile, cornici, divani, quadri, libri... e la folla variopinta di persone che rovista tra le casse e gli scatoloni non è composta solo da turisti.






Scendendo da Saint Sernin verso il centro, c'è un'altra tappa importante, l'Eglise des Jacobins ed il museo ricavato negli edifici che costituivano il convento. Solo la chiesa, con l'unico ordine di colonne a sorreggere una volta altissima, varrebbe il prezzo del biglietto.







Tutta la chiesa sembra essere un immenso mausoleo per San Tommaso D'Aquino che al centro trova sepoltura.
Il museo è molto affascinante, con una sala completamente occupata dalle colonne che costituivano il chiostro principale (ora sono state sostituite). Ogni capitello è un capolavoro di miniatura che racconta le scende delle sacre scritture.
Anche la sezione medievale espone statue bellissime che, al solito, rappresentano la passione di Cristo. Non mancano decorazioni, cornici e capitelli oltre a statue di re e vescovi.



A pochi isolati da l'Eglise des Jacobins, verso est, c'è l'imponente Place du Capitole che ospita il palazzo del governo di Tolosa. Su un lato della piazza trova posto un loggiato monumentale sotto cui si aprono numero caffè chic, siamo nel salotto buono della città e la sensazione è proprio questa. Non ho il coraggio di sedermi ad un bar e dover contare quante birre mi sono perso per bere un solo caffè.

Anche su questa immensa piazza trova posto un mercato, ma non mi sembra troppo particolare, si va da abbigliamento semplice fino a sciarpe e bandiere di squadre di calcio. Decido di passare oltre ed addentrarmi nel centro storico della città percorrendo Rue Saint-Rome.


Il viaggio volge al termine e spendo le ultime ore per togliermi qualche sfizio, cercavo un film di produzione francese, cercavo un ristorante tipico a cui affezionarmi, cercavo la vita dentro una città su cui avevo forti pregiudizi e devo dire che alcune risposte sono riuscite a darmele.

Ho trovato il ristorante, la Gouaille. Dove il Camembert arrosto ed il vino locale hanno contribuito ad addolcire i radicati pregiudizi. Non ho trovato il film, lo cercherò altrove. Ho trovato, infine, tanta vita in una città che si nasconde dietro facciate medievali, ma che brulica di giovani, di famiglie, di persone attive. Locali pieni di gente fino a sera per aperitivi lunghi e chiassosi. Ristoranti in cui non riesci ad entrare dai giovani che li popolano ed i tanti turisti si mimetizzano molto tra la gente che vive Tolosa.

lunedì 13 gennaio 2014

Francia: Carcassonne

Francia: Carcassonne: Carcassonne Il mio viaggio comincia proprio da Carcassonne, città medievale che avevo visto passando in autostrada nel lontano 2000, allo...

Carcassonne

Il mio viaggio comincia proprio da Carcassonne, città medievale che avevo visto passando in autostrada nel lontano 2000, allora andavo verso Santiago de Compostela… in camper.
Carcassonne è un sogno per chi, come me, è fanatico di medioevo. Ho provato impazienza e timore nell’approssimarmi alle mura attraverso una via acciottolata scomodissima.
L’impazienza mi era data dall’avvicinarmi ad un luogo perfettamente conservato, dove speravo di rivivere un’atmosfera congelata dal tempo. Avevo però paura che i lavori di custodia della storia fossero stati troppo fantasiosi, che il restauro avesse compromesso l’aspetto originale a favore della volontà di confezionare un prodotto per attirare turisti.
Ho, infatti, costatato che c’è spazio per entrambe le emozioni.


L’impazienza è ampiamente ripagata dal percorrere le mura in cerca della via d’ingresso alla cittadella. L’intricato incastro delle varie cortine murarie, gli accorgimenti per difendere la città e non essere colpiti, rappresentano un esempio di ingegneria militare al massimo livello.
Feritoie, torri, merlature e inferriate. Sembra un parco giochi per adulti!
Anche la città dentro le mura è bellissima, conservata e restaurata nel migliore dei modi.

La basilica di St.Nazarre è un vero e proprio gioiello, le mura appaiono svuotate e completamente ricoperte di vetrate policrome. La luce del sole penetra ad illuminare tutta la zona dell’altare, aggiungendo una nota di colore ai tetri canti gregoriani in filodiffusione.

Il castello, al contrario, mi ha deluso. Il percorso che attraversa diversi ambienti è svuotato di tutti gli arredi (probabilmente andati persi o esposti in qualche museo). In una sala è possibile ammirare degli affreschi dell’epoca, ma la delusione me li ha fatti vedere come disegni a pastello fatti da qualche bimbo poco rispettoso della storia.
La parte bassa di Carcassonne non è per niente brutta, sarà l’aria delle festività e le piazze addobbate a festa che danno uno spirito allegro e richiamano un po’ di gente in strada.
Non è che ci sia poi molto, l’idea che lascia è di una città sonnolenta appollaiata sotto la storia di Francia.